Ricevo spesso lettere da persone che chiedono consigli, interpretazioni, pareri, su disegni propri o dei propri figli. Spesso rispondo con una serie di indicazioni rispetto a quali siano gli elementi da tenere presenti, per evitare inutili allarmismi – nel caso dei bambini – e per interpretazioni grafologiche oggettivamente fondate, per gli adulti. Ho pensato che potesse essere utile condividere queste riflessioni, per tutti coloro che fossero interessati a richiedere un parere. Ti ricordo che i disegni sono un linguaggio, unico e personale. Se hai una situazione particolare, e vuoi sapere come sta tuo figlio, attraverso disegni e scrittura, contattami, potremo capire insieme di cosa ha bisogno e cosa è possibile fare. Trovi tutti i miei recapiti in questa pagina.
a cura della dr.ssa Annarosa Pacini
“Carissima, mia figlia di quattro anni, nel disegnare usa spesso il colore nero. Ieri eravamo con amici e lei era, insieme ad altri bambini, con un animatore che tra le varie cose li ha fatti anche colorare con le pitture atossiche. Il suo disegno era tutto nero con in alto una striscia azzurro scuro. La cosa mi ha molto impressionato e quindi le ho chiesto cosa avesse disegnato. Lei mi ha risposto un quadrifoglio, di cui ovviamente non c’era segno. L’ho fatto vedere a mio marito che mi ha riso in faccia. Ti prego dammi una risposta e se vuoi ti invio anche il disegno”. “Devo dirti che ieri abbiamo colorato insieme, e non ha usato affatto il nero, ma molto il giallo. In genere ha la tendenza ad usare prevalentemente un colore. Ha fatto colorare anche me suggerendomi i colori da usare (per il maiale l’arancione, per la mucca il giallo, per il laghetto l’azzurro e per la staccionata della fattoria il fucsia). Per cortesia dammi delle indicazioni su come fare a capire se ha realmente dei disagi”.
Carissima, se fai una ricerca nell’archivio del podcast, troverai sicuramente più di una puntata dedicata a questo argomento: i disegni dei bambini, il loro significato, le preoccupazioni degli adulti.
Alcuni piccoli consigli: ogni disegno deve essere contestualizzato. Magari, quel giorno lì a tua figlia era rimasto a disposizione solo il nero. I bambini di quell’età interpretano i loro disegni, che vedono con i loro occhi, potrebbe disegnarti due righe e dirti che è un regno sommerso. Ci sarebbe da crederle, perché per lei lo è. Quindi, non fatevi angosciare da un unico disegno, soprattutto se è un fatto che non si ripete.
Hai avuto modo tu stessa di osservare come, in altre situazioni, abbia colorato in modo diverso e con altri colori. Se, invece, un bambino presenta un disegno in modo ricorrente, o usa colori che indicano tensione o preoccupazione, come può essere per il rosso, il nero, sempre o molto spesso, osservate dove sono collocati e cercate di capire cosa rappresentino. In quel caso, potrebbero essere utili per capire cosa prova, in quel momento della sua vita, quel bambino.
A volte, quando ci sono tensioni con figure parentali, con fratelli, amici o insegnanti, con facilità queste figure vengono colorate con colori che indicano sentimenti forti, come pure con tratti che possono rivelare una certa aggressività, o, viceversa, un bisogno di contatto.
Ad esempio, una volta una bambina che risentiva molto dal fatto che il papà, per lavoro, si allontanasse da casa diversi giorni alla settimana, disegnava spesso stanze colorandole di grigio o nero, perché quelli erano gli ambienti in cui immaginava suo padre, preoccupata per lui. E’ stato sufficiente rassicurarla, farle capire che il padre era contento di fare quel lavoro, e far sì che lui, quando era presente, giocasse più con lei, perché nelle stanze tornassero tutti i colori del mondo.
Perciò, per prima cosa devi raccogliere indicazioni. Poi, cercare di capire dove ti portano. A volte, un foglio colorato di nero può trasformarsi in tutti colori dell’arcobaleno in men che non si dica.
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